Arancina

Largo a sua maestà

L’arancina è la regina della rosticceria palermitana. E’ una palla di riso, trattato con zafferano e altre spezie, fritta e ripiena di diverse farciture. Le più comuni sono “alla carne” (con ragù e piselli) e “al burro” (con besciamella prosciutto e formaggio). Un’antichissima disputa etimologica contrappone le due varianti del nome, al femminile (arancina) e al maschile (arancino, più diffusa nella Sicilia orientale e, ahinoi, nel resto d’Italia). Noi seguiremo la scuola dell’etnografo Gaetano Basile che riconduce l’origine del nome alla somiglianza del manicaretto con l’arancia (il frutto) e non con l’arancio (l’albero).

 

Storicamente, sembra infatti che l’arancina nasca come involucro protettivo per conservare il riso nelle lunghe spedizioni militari, dando vita a piccole palle molto simili all’agrume. Oggi l’arancina è la pietanza del nostro cibo da strada più acclamata a livello internazionale. La si trova ovunque ma chi la conosce bene sa che quelle veramente a regola d’arte non si trovano dappertutto. Anche a Palermo, ci sono tifoserie contrapposte e agguerrite come quelle del pane ca meusa. A mettere d’accordo tutti è, ogni anno, la celebrazione di Santa Lucia: il 13 dicembre a Palermo è ormai l’arancina day.

(Foto ©Vincenzo Puglisi per Crocche.it)